Sabato, 23 Novembre 2024

pasqualisfullQuali le impressioni dopo sei mesi di presidenza CNUE?

Al termine dei primi sei mesi del mio mandato devo dire che l’attività del CNUE è stata, come sempre del resto, piuttosto intensa e impegnativa, ma senza dubbio interessante e, spero, utile. Si tratta di seguire quello che le istituzioni europee e il legislatore UE hanno in mente nei campi che maggiormente ci interessano: diritto di famiglia, diritto delle società, concorrenza e  liberalizzazioni nel settore delle professioni, utilizzo delle nuove tecnologie, casi particolarmente rilevanti per i quali siano in corso procedure avanti alla Corte di giustizia, per nominarne solo i  principali.
E poi cercare di tenere insieme i ventidue notariati dei Paesi dell’UE, seguendone le idee, i problemi interni ed i loro sviluppi. Anche questo aspetto è della massima importanza, perché riuscire ad agire in forma unitaria di fronte agli interlocutori rafforza ovviamente la nostra posizione.
Ho avuto modo di confrontarmi spesso con le istituzioni, sia europee che nazionali, come ad esempio i rappresentanti permanenti a Bruxelles dei Paesi Bassi e della Slovacchia, che hanno svolto e svolgono la presidenza dell’UE nel corso del 2016. Devo dire che il notariato è sempre bene accolto, tenuto in grande considerazione come professionalità e capacità di fornire idee e contributi i interessanti sui temi da trattare.

Ai livelli di consultazione siamo considerati interlocutori utili e affidabili. Poi occorre darsi da fare anche come lobby, fase nella quale direi che ci stiamo impegnando sempre di piÚ. Su questo punto, credo, la chiave di volta è costituita dalla azione combinata da svolgere a Bruxelles e Strasburgo e contemporaneamente a livello nazionale: il peso delle posizioni che ciascun Paese membro assume a casa propria, per poi presentarle in sede UE, è sicuramente determinante.
Non posso mancare di aggiungere, anche se in breve, ancora una osservazione: dobbiamo sforzarci di essere propositivi. Troppe volte siamo solo capaci di dire di no, di opporci ad ogni idea di cambiamento. Non è possibile credere che, mentre tutto il mondo cambia a velocità sempre crescente, il notariato possa contare di rimanere immutabile. Manteniamo ferma la nostra funzione di controllo e garanzia che conosciamo, dato che di questa c’è certamente un gran bisogno anche oggi, ma facciamoci venire delle idee, scambiamoci esperienze e soluzioni. Spero molto che i giovani lo sappiano fare.
Quali allora le prioritĂ ?
A questo punto direi che sono tutte priorità, “stratégie tous azimuts” direbbero i francesi. Noi vogliamo lavorare perché il CNUE ottenga maggior ascolto all’esterno, ma anche sia più conosciuto da tutti i notai europei</strong>; che solleciti l’UE a tenere in conto le nostre proposte e idee e che fornisca e supporti la formazione dei notai nel campo del diritto dell’UE</strong>; che difenda e faccia conoscere la figura del notaio “latino” o, meglio detto, del civil law notary, e mostri quanto è diffuso, pratico e affidabile il nostro uso delle nuove tecnologie ecc.
Su quest’ultimo aspetto, ossia informatica e telematica, direi che siamo preparati e all’avanguardia: tutti i notariati conoscono e praticano ampiamente l’uso del documento elettronico e della firma digitale. Il CNUE ha promosso la creazione e diffuso la conoscenza di ARERT, ossia il sistema di interconnessione dei registri testamentari nazionali, di EUFides, la piattaforma per lo scambio di documenti tra notai dei diversi Paesi e di Bartolus, la piattaforma di controllo delle firme digitali transfrontaliere. In questo campo però l’evoluzione corre sempre veloce e dobbiamo fare di tutto per stare al passo. Occorre promuovere la conoscenza ed il miglior uso di questi mezzi tra i colleghi e anche immaginare di poterli impiegare presto al meglio nei rapporti con i cittadini e le imprese.
Ci riguarda la Brexit?

Anche a questo mi tocca rispondere? È una domanda che ho già posto ai responsabili delle nostre commissioni di studio e dei gruppi di lavoro del CNUE: mi facciano sapere quali potranno essere, per i nostri diversi argomenti in discussione, le conseguenze dell’uscita dall’UE del Regno Unito. E sto aspettando anch’io una risposta.
Da parte mia posso dire che, tra noi, già qualcuno gongola: non dovremo più spiegare ogni volta che civil law notary e notary public non sono la stessa cosa? Che l’atto notarile ha valore di titolo esecutivo e forza di prova privilegiata? Che i nostri sistemi di circolazione dei beni immobili e di registri pubblici non sono inutili e anacronistici fardelli burocratici? Vedremo.
Personalmente aspetto i negoziati di uscita per un altro motivo: sono convinto che avremo la prova che, al di là di tutte le perplessità e le polemiche che oggi circondano il funzionamento dell’UE, l’Europa del diritto è un successo. L’Europa che ha introdotto le norme sulla tutela dei consumatori, sugli appalti pubblici, sulla armonizzazione del diritto societario e bancario, ed ora anche sulle norme di conflitto in materia di successioni e di rapporti patrimoniali familiari, si è resa utile per tutti i cittadini. Così sono curioso di vedere se, al momento dell’uscita, anche il Regno Unito vorrà comunque mantenere in vigore tutta questa normativa. Sarebbe una piccola bella soddisfazione per chi l’ha creata.