Giovedì, 21 Novembre 2024

È sempre più comune che venga richiesto al notaio di effettuare una copia conforme di una pagina web. I motivi possono essere vari e non spetta al notaio entrare nel merito delle finalità; nella maggior parte delle ipotesi l’esigenza è quella di fissare su supporto cartaceo ovvero informatico determinati contenuti visualizzabili on line in modo da precostituire una prova da utilizzare in giudizio per dimostrare che in un determinato momento sul Web si visualizzano determinati contenuti.

Cosa è una pagina web? Una pagina web, secondo la definizione del consorzio W3C (http://www.w3.org), è un insieme di dati e informazioni, consistenti in una o più risorse Web fruite simultaneamente e accessibile tramite una specifica URI (Uniform Resource Identifier), intesa come una stringa compatta di caratteri che la identifica. Una pagina web insieme ai suoi contenuti è raggiungibile mediante l’infrastruttura di internet, è di solito parte di un sito web e è fruita tipicamente nel formato HTML/XHTML al cui interno possono essere inseriti dei collegamenti ipertestuali che consentono la navigazione dell’utente da una pagina all’altra. Per visualizzare la pagina web bisogna utilizzare un programma applicativo (Web browser quali Google Chrome, Mozilla Firefox, Microsoft Internet Explorer, Opera, Apple Safari) appositamente strutturato per la gestione di tali documenti. Un’immagine, un’animazione Flash e un file HTML, identificati e accessibili attraverso una specifica URI, e visualizzati simultaneamente da un browser, costituiscono un esempio di pagina web. Il Web si basa su tre meccanismi fondamentali:

– uno schema di denominazione uniforme, per localizzare le risorse sul Web (per esempio: gli URI o URL, acronimo di Uniform Resource Locator, i c.d. Indirizzi internet);
– i protocolli di comunicazione, per accedere alle risorse indicizzate sul Web (per esempio: il protocollo denominato HTTP o quello sicuro HTTPS);
– l’ipertesto, per una facile navigazione tra le risorse (per esempio: un codice scritto mediante il linguaggio di markup denominato HTML).

Una pagina web, dunque, è caratterizzata dai seguenti elementi per potersi definire tale:

– un indirizzo di riferimento o URL dal quale è raggiungibile secondo un protocollo di comunicazione per lo scambio dei dati, che normalmente sarà quello http o https, e che verrà visualizzato nella barra dell’indirizzo cui si intende accedere;
– in caso di utilizzo del protocollo https è presente anche un certificato di protezione del sito Web, che ha lo scopo di dare certezza all’indirizzo internet e di cifrare il canale di comunicazione tra server del sito e browser dell’utente;
– all’indirizzo del sito Web corrisponde sempre un indirizzo numerico detto indirizzo IP;
– un contenuto di tipo ipertestuale, ovvero costituito da insieme di testi, immagini e altri contenuti, visualizzabili con l’ausilio di un programma applicativo e caratterizzato spesso da collegamenti che abilitano la navigazione da una pagina all’altra o da una sezione all’altra della medesima pagina, in maniera non sequenziale, per tramite di “collegamenti ipertestuali” (hyperlink o rimandi). Il contenuto è in genere tracciato nel sorgente della pagina e è per sua natura dinamico e quindi variabile nel tempo.

Le peculiarità sono rappresentate dall’essere le pagine web caratterizzate non solo da contenuti statici (immagini, testo) ma anche multimediali (immagini in movimento, suoni) o dinamici (moduli da compilare on line ). L’attività di rilascio delle copie demandata al notaio dalla legge notarile riguarda la sola riproduzione o trasposizione su un diverso supporto dei contenuti testuali. Qualora la pagina web contenga anche immagini in movimento ovvero suoni, l’operazione si risolverà nel rilascio di copia parziale per l’impossibilità di trasferire tali elementi sul supporto cartaceo; per i contenuti diversi da quelli testuali sarà necessario l’intervento di un esperto chiamato a redigere una perizia. La continua mutabilità delle informazioni pubblicate rende opportuno fissare il contenuto in un determinato momento e fornire prova di ciò mediante la dichiarazione di un soggetto terzo e imparziale quale il notaio; l’esibizione in giudizio di una stampa della pagina o di un mero duplicato su supporto informatico non sarebbe sufficiente a assicurare che i contenuti corrispondono a ciò che è visualizzabile in quanto la pagina potrebbe nel frattempo aver subito modifiche.

L’efficacia probatoria della pagina web è definita all’art. 2712 c.c. il quale espressamente afferma che “le riproduzioni informatiche formano piena prova dei fatti e delle cose rappresentate, se colui contro il quale sono prodotte non ne disconosce la conformità ai fatti o alle cose medesime”; l’efficacia giuridica della copia corrisponde a quella dell’originale ai sensi dell’articolo 23 del Codice di Amministrazione Digitale. La copia rilasciata dal notaio deve contenere la certificazione di conformità degli elementi che diano una qualche sicurezza sulla corretta riproduzione del documento. La copia conforme non muta, comunque, la sostanza del documento originario riprodotto per cui la pagina web, seppur certificata conforme, conserverà l’efficacia probatoria della riproduzione informatica e il suo contenuto potrà essere, ai sensi dell’art. 2712 c.c., disconosciuto.

Come si procede in caso di copia cartacea? Vediamo in pratica quali siano gli elementi utili da considerare per effettuare una copia conforme di una pagina web e come il notaio possa verificarli. Si ritiene utile indicare:
– l’ora
– l’indirizzo internet
– il tipo di browser utilizzato
– i dati relativi a certificati di sicurezza per la verifica dell’identità del sito
– l’indirizzo IP
– il sorgente pagina.

L’ora di esecuzione della copia deve essere indicata nel formato standard internazionale UTC (Coordinated Universal Time), che rappresenta il fuso orario di riferimento. Lo scostamento dell’ora italiana (CET Central European Time) dal tempo UTC è di 1 ora nel periodo di ora solare e di 2 ore nel periodo di ora legale. Il tempo UTC si può ricavare in Windows cliccando sull’orologio visualizzato in basso sulla barra delle applicazioni e quindi su “Modifica impostazioni data e ora”

Viene visualizzato, nel riferimento al fuso orario, lo scostamento rispetto al tempo UTC, nell’esempio in figura il tempo da indicare è “17:18:01 UTC”. Su MacOS o Linux è sufficiente lanciare dal prompt a linea di comando, in una finestra di tipo “Terminale”, il comando:
date -u
che restituisce la stringa Lun 21 Set 2015 17:18:01 UTC.

L’indirizzo internet della pagina web (detto anche URL o URI) è contenuto in genere nella barra degli indirizzi del browser.

Conviene sempre indicare l’indirizzo della pagina web comprensivo del protocollo http o https. Nel caso sia presente il protocollo sicuro https il browser visualizza un lucchetto accanto all’indirizzo. Il lucchetto e il protocollo https indicano che il sito web utilizza un certificato di protezione (SSL secure socket layer) per due scopi:

1. identificare con certezza l’indirizzo digitato
2. cifrare il canale di comunicazione tra browser e server.

Il browser in genere procede alla verifica della bontà del certificato di protezione del sito web, che il notaio può comunque ulteriormente verificare in tre passi (secondo le indicazioni dello US-CERT https://www.us-cert.gov/ncas/tips/ST05-010):

1. controllando che l’indirizzo del sito web coincida con quello contenuto nel certificato di protezione

Cliccando sul lucchetto si apre un menu che consente di accedere alle informazioni contenute nel certificato:

2. Controllando che il certificato di protezione sia in corso di validità (non scaduto)
Nell’esempio in figura si può controllare che il certificato sia intestato a google.com e sia in corso di validità alla data della verifica.

3. Il certificato di protezione sia firmato da una CA fidata: 

Un altro elemento utile alla identificazione della pagina web è l’indirizzo IP (Internet Protocol) del sito web da cui è tratta la pagina web. Gli indirizzi internet sono infatti dei nomi simbolici che i DNS (Domain Name System, server globali di traduzione degli indirizzi web) interpretano in uno o più indirizzamenti numerici, che possono anche cambiare nel tempo, es: all’indirizzo www.google.it corrispondono gli IP 64.15.126.49, 64.15.126.30 e altri.
Per ricavare l’informazione indirizzo IP della pagina web è necessario lanciare dal prompt a linea di comando, su Windows da “Prompt dei comandi”, su MacOS e Linux da “Terminale”

 Windows   MacOS/Linux

Dal prompt dei comandi lanciare il comando:
nslookup nome_dominio
 
Per esempio per il sito www.google.it si avrà questo risultato, valido nel giorno e all’ora in cui viene eseguito il comando:
C:>nslookupwww.google.it
Server:…………
Address: ……..
 
Risposta da un server non autorevole:
Nome:
www.google.it
Addresses: 2a00:1450:4002:808::2003
64.15.126.118
64.15.126.114 
64.15.126.123
 
E’ possibile risalire addirittura al proprietario del dominio del sito web (nome principale del sito es. google.com) utilizzando i servizi del NIC e del RIPE, al fine di conferire ulteriore autenticità al contenuto oggetto di copia:
es. se si digita nel browser http://web-whois.nic.it/ per accedere al servizio di ricerca dei domini e si inserisce “google.it” nella casella di ricerca, si ottiene
Ricavare il sorgente della pagina non è sempre operazione semplice, tutti i browser offrono una funzionalità in tal senso ma non si ritiene probante il risultato in quanto nella maggior parte dei casi il risultato visivo è frutto di elaborazioni complesse che avvengono non solo lato server ma sempre più, con l’avvento del Web 2.0, lato client e che nascondono l’effettivo codice utilizzato anche e soprattutto a fini di sicurezza. Si riportano comunque di seguito le istruzioni per i 3 browser più utilizzati al mondo (fonte StatCounter http://gs.statcounter.com/) Chrome, Internet Explorer e Firefox. All’interno del browser occorre cliccare con il tasto destro su un’area libera della pagina e viene proposto un menu di comandi per l’utente che deve scegliere:

“Visualizza
sorgente pagina” su Google Chrome e Firefox
“HTML” su Internet Explorer
Infine l’utente salva il contenuto della pagina sul PC, meglio se in una cartella specifica:
Il contenuto salvato è tipicamente costituito da file .htm o .html, immagini e cartelle che il notaio può successivamente sottoporre a copia informatica, creando per esempio un unico file .zip, o a stampa per la copia cartacea.
Se invece si ha la necessità di “staticizzare” il contenuto della pagina si può utilizzare una funzione disponibile in Chrome e in Safari (solo MacOS) che consente di salvare in pdf ciò che il browser visualizza. Ovviamente in tal modo si perdono le informazioni relative al codice e ad eventuali contenuti ipertestuali.
In Chrome scegliere “Stampa”, alla voce “Destinazione” scegliere “Modifica” e quindi “Salva come PDF”
In Safari su MacOS nella finestra di stampa scegliere la voce in basso a sinistra “PDF” > “Salva come PDF”
Del browser è importante indicare nome e versione dell’applicazione, infatti può accadere che versioni diverse dello stesso browser forniscano differenti visualizzazioni della pagina:
In Chrome digitando chrome://chrome/ verrà visualizzata la versione 
In Internet Explorer cliccare su ? oppure  > Informazionisu Internet Explorer
In Firefox cliccare su Aiuto > Informazioni su Firefox
Come si procede in caso di copia informatica? Nel caso invece di effettuazione di una copia informatica il notaio sarà tenuto a:
–     salvare la pagina web sul computer o su altro tipo di supporto da consegnare al richiedente;
–     attestare la conformità della copia all’originale visualizzato, indicando il browser utilizzato per il reperimento della pagina, l’ora di effettuazione della copia, i dati relativi a eventuali certificati di sicurezza e l’indirizzo della pagina comprensivo di protocollo di comunicazione e URL;
–     apporre la firma digitale a tutti i file o associare tra loro i singoli file, per esempio utilizzando il formato zip, e apporre la firma digitale a quest’ultimo.