Molto originali e interessanti le tematiche trattate e notevoli gli spunti di riflessione emersi in seno alla tavola rotonda del recente Convegno ‘Atto notarile informatico: Cosa cambia?’, tenutosi a Torino lo scorso 16 giugno.
Il filo conduttore degli interventi: il preminente ruolo del Notariato in relazione alle novità derivanti dalla digitalizzazione e, in particolare, l’importanza della funzione notarile alla luce del valore, via via crescente, del “documento” nonché la conseguente necessità di sistemi adeguati per la sua conservazione.
Oggigiorno la scrittura è proliferata a dismisura, tant’è che negli ultimi vent’anni si è assistito all’evidente passaggio da una “società della comunicazione” a una “società della registrazione” (si pensi a quanto ormai i telefoni cellulari si utilizzino sempre meno per conversare verbalmente e sempre più per scrivere e, di conseguenza, per archiviare).
Questo, in sintesi, il pensiero di Maurizio Ferraris, ordinario di Filosofia Teoretica presso l’Università di Torino e moderatore della tavola rotonda, il quale ha osservato, in proposito, che la crescente esigenza di “documentare” nasce dal fatto che il linguaggio si compone di molteplici funzioni e che attualmente, accanto alle tipiche funzioni descrittiva e prescrittiva, si assiste ad un sempre maggiore utilizzo della funzione fattiva del linguaggio, al suo impiego “per realizzare cose”. Infatti la nostra realtà, sempre più strutturata, si compone di una dimensione ontologica, epistemologica e tecnologica laddove, se la dimensione ontologica rappresenta l’oggetto e quella epistemologica la conoscenza, la dimensione tecnologica, oggi sempre più centrale e pregnante, si sostanzia in un “fare cose con le parole”, che, in definitiva, si traduce nella produzione di documenti.
Ed è così che in un’epoca di inflazione di documenti, in un momento storico che si potrebbe definire quindi di “documentalità”, in cui, peraltro, come evidenziato da Massimo Palazzo, il monocentrismo legislativo ha ceduto il passo alla centralità della funzione ermeneutica, il Notaio, pure nel suo essenziale ruolo di interprete, si pone come presidio di autenticità, acquistando, pertanto, una funzione imprescindibile senza precedenti.
Prendendo infatti le mosse dall’estensione concettuale di ciò che attualmente è da considerarsi ‘documento’, soprattutto nella sua forma elettronica, sono molteplici le attività che possono essere ricondotte a tale nozione; lo sono operazioni apparentemente semplici, che fanno parte, quasi come automatismi, della nostra vita quotidiana (si pensi, ad esempio, alla doppia spunta dei messaggi di WhatsApp, che riveste una funzione assimilabile alla raccomandata con ricevuta di ritorno o alla PEC).
Si è osservato, dunque, da parte di Michele Nastri, come il documento sia in evidente evoluzione; sempre maggiore è peraltro la proiezione verso la digitalizzazione, nelle sue numerose possibili declinazioni e utilizzazioni.
Anche alla luce dell’evoluzione e del sempre più ampio impiego del documento in formato digitale, si pongono, tra le altre, le problematiche relative alla sua archiviazione. Su questo fronte, il Notariato è certamente all’avanguardia, disponendo, come a molti ormai noto, di un sistema di conservazione dei documenti notarili che, grazie al refresh delle firme, ne garantisce all’infinito la validità giuridica.
In un simile scenario, in cui, per esempio, anche la contrattazione immobiliare si sta spostando sul digitale, e considerata la summenzionata preminenza del ruolo del Notaio, sempre più urgente appare quindi l’opportunità che il Notariato si ponga come promotore della modernizzazione dei processi. Un’evoluzione, questa, abbracciata anche da Antonino Mazzeo, ordinario di Impianti per l’Elaborazione delle Informazioni presso l’Università di Napoli e consulente del CNN per l’Informatica, che nel suo appassionato intervento ha auspicato un’importante strutturazione dell’attività notarile, un suo adeguamento ai nuovi sistemi e una maggiore “creatività” finalizzata a cogliere le opportunità che derivano dal cambiamento in atto.
Il convegno, promosso dalla Fondazione Italiana del Notariato, ha poi offerto ulteriori spunti di riflessione sulle sfide tecniche e giuridiche che quotidianamente ormai si presentano al Notariato di fronte alla dematerializzazione del documento: le tecnologie Blockchain (Michele Manente) e la raccolta dei dati (cd. Open-data) strutturata con l’atto notarile (Gea Arcella).
In occasione del convegno, il CNN ha presentato, infine, il nuovo progetto dei “Registri pubblici sussidiari digitali”, che prevede la creazione di una nuova piattaforma informatica di archiviazione delle informazioni relative ad alcune attività notarili per le quali oggi non sono previste forme di pubblicità legale permettendo la creazione di registri delle designazioni degli amministratori di sostegno, delle procure e dei testamenti olografi depositati fiduciariamente (Riccardo Menchetti).