Dottor Bana, lei segue in una posizione di leadership scientifica e policy oriented la strategia dell’International Bar Association sull’intelligenza artificiale. All’interno dell’unità Law and policy in che modo tale tematica viene affrontata?
La LPRU intraprende ricerche, sviluppa e implementa strategie e iniziative innovative rilevanti per le attuali questioni globali contemporanee. I membri del team hanno particolari aree di competenza, tra cui etica legale e conformità, lotta alla corruzione, affari e diritti umani, diritto penale, sicurezza informatica e innovazione tecnologica, come l’uso della blockchain nella professione legale. Questa competenza continua a essere sviluppata attraverso il lavoro basato su progetti, la ricerca, le pubblicazioni e lo sviluppo di politiche. Il team collabora con i membri dell’IBA, i professionisti legali, le organizzazioni internazionali, gli ordini degli avvocati e i governi per sviluppare e consolidare la rete globale attraverso la quale può svolgere il proprio lavoro per garantire il risultato più efficiente. Utilizziamo questa rete per sviluppare una comprensione delle questioni rilevanti per la professione legale in tutto il mondo e questo ci consente di avere un impatto significativo su una serie di iniziative e strategie pertinenti. L’uso pervasivo di nuove modalità di comunicazione per scopi personali e professionali e per transazioni commerciali sta creando informazioni relative agli utenti che abbracciano un’ampia varietà di aree: l’identità digitale. Questo gruppo di lavoro della divisione di pratica legale dell’IBA ha sviluppato e pubblicato una serie di principi di alto livello sulla raccolta, l’uso e la condivisione delle informazioni sull’identità digitale che potrebbero servire come base per avviare un dialogo con tutte le parti interessate.
La ricerca di cui disponiamo a livello internazionale fa emergere con chiarezza la pluralità delle esperienze innovative nelle quali le applicazioni dell’intelligenza artificiale appaiono come la risultante di due traiettorie, l’una di competitività e l’altra di specializzazione degli strumenti. A suo modo di vedere in che modo la strategia IBA in materia di IA assicura una risposta alla domanda di bilanciare specificità del design e dell’uso delle innovazioni che applicano l’IA – si pensi all’addestramento degli LLM – con omogeneità del rispetto di criteri e principi generali?
La strategia IBA & AI è orientata ad affrontare il tema dell’intelligenza artificiale, diritto, e la professione legale. Durante la conferenza annuale IBA 2023 a Parigi, il presidente dell’IBA ha annunciato la formazione di un progetto artificiale con una task force del progetto di intelligence (AI), tale formazione avente la natura dell’iniziativa presidenziale che comprende tutte le parti dell’Associazione.
Lo scopo di questa iniziativa è quello di:
- fornire ai membri dell’IBA e, più in generale, alla professione legale, orientamenti pertinenti e credibili sui problemi legati all’intelligenza artificiale da un punto di vista legale o per la professione legale;
- posizionare l’IBA come attore significativo nell’affrontare tali questioni legali e nel migliorare il proprio profilo;
- rispettare il Piano Strategico IBA in termini di salvaguardia dei valori fondamentali della professione, migliorando offerte per i membri e formazione sugli sviluppi che influiscono sulla pratica legale;
- interagire con i membri dell’Associazione.
Alla task force del progetto AI è stata assegnata la responsabilità di esaminare e generare un risultato scritto concentrandosi su tre aree chiave relative a: 1. regolamentare l’IA; 2. valutarne l’impatto sulla professione forense; 3. sostenere le migliori pratiche tra gli ordini degli avvocati.
Questi tre filoni di lavoro sono guidati da gruppi di lavoro provenienti da una delle tre aree dell’IBA – Legal Practice Division, Public & Professional Interest Division, e Diversity & Inclusion Council – con l’obiettivo di presentare i risultati in un rapporto finale alla Conferenza Annuale IBA 2024 a Città del Messico.
Il progetto prevede inoltre: 1. istruzione; 2. una analisi continuativa dell’impatto dell’IA sui diritti umani.
In molti paesi la scelta di dotarsi di regole per dare perimetro e governance al design, sviluppo e uso dell’IA non è andata nella direzione della adozione di una regolazione nel senso di una norma primaria del legislatore. Come sa in Europa è stato adottato un regolamento europeo sull’IA che costituisce ad oggi il primo esempio di norma primaria avente immediato valore giuridico nei paesi membri dell’UE. Le realtà di molte regioni integrate economicamente nel mondo sono diversamente normate. In che modo pensa che sia possibile per questa strategia coadiuvare le professioni del diritto nell’interfacciarsi con l’IA in assenza di regolazione?
Ritengo che questa strategia abbia il merito di guardare all’interazione fra diritto e tecnologia con uno sguardo integrato, ossia intenzionato a studiare ed accompagnare sia il modo con cui l’IA impatta sulle professioni del diritto – la cosiddetta dimensione della domanda della law in action – sia il modo con cui il diritto – non necessariamente solo il diritto positivo primario – si avvicina alla questione della normazione dell’IA. Per quanto riguarda IBA la strategia è una policy che prende molto in considerazione le buone pratiche, che si muove sul piano operativo, e che ha così facendo creato una dinamica di dialogo e di collaborazione con le associazioni e i consigli dell’ordine degli avvocati. La prima azione che è stata avviata è quella della raccolta di dati e di evidenze empiriche. Si tratta della realizzazione di una survey che ci permette di vedere in che modo le diverse realtà si stanno avvicinando all’uso dell’IA. Il mondo nella sua pluralità si è già messo in movimento per adattare esplorare nel mondo dell’IA. Abbiamo svolto un questionario sulle law firm e dalle risposte che abbiamo ricevuto abbiamo estratto delle domande che ci hanno guidato nel dialogo con le stesse law firm e con altre che non avevano risposto al questionario per approfondire le innovazioni adottate ma soprattutto come si situano culturalmente rispetto alla trasformazione che l’IA comporta. Vi è poi un gruppo di lavoro che segue le linee guida di carattere deontologico e le buone pratiche anche per utilizzare intelligenza artificiale generativa in modo specifico. Ci sono delle linee guida comuni, trasversali alle diverse forme applicative dell’IA: dovere di confidenzialità, dovere di competenza, dovere di fiducia. Come si nota si tratta di norme che hanno la natura di obblighi di carattere deontologico.
(fine prima parte)
* Anurag Bana è Senior Advisor dell’International Bar Association, vice direttore dell’Unità “Law and Policy” all’interno della quale si sviluppa la linea di azione sull’intelligenza artificiale. Si tratta di una linea di azione che occupa una posizione di priorità strategica nella agenda degli obiettivi della attuale presidenza dell’IBA. L’International Bar Association (IBA) è la organizzazione che federa a livello globale le istituzioni rappresentative della governance forense nelle diverse realtà-paese del mondo. Fondata nel 1947 nell’immediato scorcio del rilancio dello Stato di diritto e della democrazia liberale a valle del secondo conflitto bellico situa la propria missione istituzionale sulla direttrice segnata dal mandato associativo e si proietta nella realtà attuale e futura con progettualità strategiche, fra le quali ad oggi una linea di azione sulla intelligenza artificiale e le professioni del diritto. Certamente attenta alle esperienze molto diversificate fra loro delle law firm l’IBA offre una prospettiva particolarmente interessante proprio su quei sistemi-paese nei quali la scelta di normare l’interazione fra persona e IA nel contesto dei servizi giuridici e della professionalità giuridica non è passata attraverso la regolazione nel senso di norma primaria ed egualmente cogente su una area geografica transnazionale come quella europea.