Ci sono volute un po’ di generazioni di galline per imparare a non finire sotto le automobili. Ecco il senso minimale di ciò che intendo con “ragion pratica per il web”. Le galline finivano sotto le automobili perché le scambiavano per carrozze. Poi, sono evolute tanto le galline quanto le automobili, che hanno cessato da mezzo secolo di diventare più veloci. Sono diventate più sicure, più silenziose, più ecologiche. Hanno incorporato, cioè, delle valutazioni dei rischi e dei principi di responsabilità. Per il web nulla di questo è stato ancora fatto, tranne una focalizzazione sulla privacy che viene contestata nei fatti dalla facilità con cui gli esseri umani rinunciano alla privacy nei social network. Dunque, che cosa è il web? E che cosa dobbiamo fare nel web? Provo non a rispondere, ma a definire il campo e la sua complessità, attraverso sei dilemmi.
(*) Professore ordinario di filosofia teoretica presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Torino. Presso l’ateneo torinese dirige il CTAO (Centro interuniversitario di Ontologia Teorica e Applicata) e il LabOnt (Laboratorio di Ontologia) di cui è stato Direttore dal 1999 al 2015 e di cui è Presidente dal 2016.