È ormai sempre più diffuso, anche nel mondo notarile, l’utilizzo di programmi gestionali in cloud computing.
Con il termine inglese cloud computing (in italiano, quasi letteralmente, “nuvola informatica”) si indica un insieme di tecnologie che permettono di memorizzare ed elaborare dati grazie all’utilizzo di risorse hardware e software che non si trovano fisicamente nel computer dell’utente bensì in un computer remoto, raggiungibile attraverso la Rete.
Grazie a questa tecnologia gli utenti collegati al fornitore di servizi cloud (cloud provider) possono utilizzare software complessi e archiviare grandi quantità di dati in remoto tramite un semplice internet browser. (1)
I benefici
I vantaggi che vengono associati alla dislocazione del software gestionale sono noti:
– non occorre acquistare computer potenti né dischi di archiviazione,
– l’aggiornamento dei software avviene automaticamente,
– non esistono complicazioni in caso di migrazione ad altri sistemi operativi,
– i dati sono accessibili anche da dispositivi esterni allo studio (il computer di casa o un qualunque tablet).
Ma questi vantaggi sono reali?
Sicuramente il cloud, in un momento in cui il mercato vive grandi cambiamenti, consente di adattare l’organizzazione in modo più semplice e immediato, e consente pure di eliminare difficoltà d’accesso ai sistemi informatici tra persone che operano in sedi diverse dello studio, collegarsi ai propri dati anche quando ci si trova presso un cliente o presso una banca, o addirittura rimediare all’inagibilità dell’ufficio.
Il tema della sicurezza
Indubbiamente infondato, invece, è il timore di molti in merito alla sicurezza dei servizi in cloud.
In questo contesto il cloud offre la possibilità di fruire di una gestione davvero professionale dei propri sistemi di security anche a soggetti medio-piccoli, come gli studi professionali, dove non è possibile disporre di figure professionali specializzate.
Le critiche e i rischi
Come dicevo, tuttavia, non mancano certo voci critiche nei confronti del cloud. Richard Stallman, fondatore della Free Software Foundation e creatore del sistema operativo GNU, ad esempio, ha definito il cloud computing una trappola creata per forzare le persone a comprare servizi all’interno di sistemi proprietari bloccati, che costeranno sempre di più nel tempo.“E’ stupidità, peggio di stupidità: è una operazione di marketing, una campagna pubblicitaria", ha detto, "Qualcuno sta dicendo che questo è inevitabile – e ogni volta che si sente qualcuno dire questo, è molto probabile che ci sia un insieme di imprese che lottano per renderlo vero." (2)
Secondo Stallman, gli utenti di computer dovrebbero essere interessati a mantenere le loro informazioni nelle proprie mani, piuttosto che consegnarle a terzi. Le critiche e i timori hanno un fondamento di verità.
La conservazione e dei dati e la gestione in qualità del sistema
Significa però avvalersi di soggetti terzi e quindi delegare in modo cosciente le proprie responsabilità in caso di interruzioni o malfunzionamento dei servizi. Con ogni probabilità i dati saranno maggiormente al sicuro in un grande data center piuttosto che in un server situato nello sgabuzzino dell’ufficio, ma è bene preoccuparsi che chi gestisce i nostri dati offra forme di tutela contrattualmente ben definite.
La scelta finale
Ma è altrettanto indubbio che offre vantaggi in termini di flessibilità, accessibilità e sicurezza, che sono difficilmente raggiungibili per una struttura residente di uno studio professionale.